Come alleggerire la comunicazione: ecco le frasi da evitare
Sin dai tempi della scuola siamo stati abituati a scrivere molto quando ci veniva affidato un compito: arrivare a un tot di pagine scritte significava aver fatto il proprio dovere, essere riusciti nell’impresa di scrivere un buon tema. La comunicazione efficace, però, non funziona così, non si tratta di aggiungere, ma di togliere, di essere precisi.
È importante togliersi di dosso i “devi fare”, i “si è sempre fatto così” e in generale tutto ciò che ci impedisce di esprimere al meglio la nostra unicità senza ricorrere a stratagemmi preconfezionati. Nella vita come nella comunicazione.
Ma quali sono i nemici della leggerezza nel discorso?
La risposta è semplice, tutte quelle espressioni che utilizziamo per convenzione e non per reale necessità e che non aggiungono niente di interessante, anzi, tendono a svilire ciò che stiamo dicendo.
Le espressioni da evitare per un copywriting efficace
Tempo fa un mio allievo mi ha detto: “lo so, faccio fatica a scrivere perché non so usare molte parole”.
La mia risposta è stata: “Chi scrive bene potrebbe utilizzare anche una sola parola”. Già, il copywriting efficace è proprio questo, scegliere con cura le parole in modo che siano alleate di chi riceve la comunicazione e non complichino il messaggio.
Per farlo innanzitutto bisogna lavorare su quella che Italo Calvino definiva “operazione di sottrazione”, ovvero togliere tutte quelle espressioni che appesantiscono il discorso.
Ad esempio, un’espressione che odio sin dal remoto passato della mia adolescenza liceale è quella che implica il verbo andare unito a un altro verbo, mi spiego: “ecco che la penna va ad aggiungersi alla matita”.
La penna non va da nessuna parte, semmai “si aggiunge” o “viene aggiunta” facendo diventare la frase “la penna si aggiunge alla matita”. Senti quanto è più leggera?
Pensiamo anche alla ridondante locuzione “quello che è”: anche in questo caso un macigno messo sulla nostra comunicazione senza che aggiunga nulla di valore.
Mettiamo a fuoco la faccenda: che differenza c’è tra dire “quello che è il mio piano editoriale” e “il mio piano editoriale?”
Formuliamo la frase: “Ho la necessità di rivedere in base alla strategia il mio piano editoriale” e mai “ho la necessità di rivedere quello che è il mio piano editoriale”
Altri nemici del copywriting efficace sono i verbi che dicono e non dicono, come “dire” per esempio (sì, mi piacciono i giochi di parole). Facciamoci sempre la domanda “come posso sostituire questo verbo?”, ne esistono molti altri, più precisi, che ti aiuteranno a essere più chiaro/a e risparmiare pesi al discorso, per esempio “esclamare” al posto di “dire ad alta voce”.
La comunicazione efficace arriva alla meta
Lungi da me diventare pedante, quindi spero che quelli di cui ho scritto siano serviti da esempi pratici di un concetto che mi sta molto a cuore: la comunicazione efficace e ben fatta non è altisonante e men che meno ridondante. Scorre semplice, pura, guizza davanti agli occhi o tra le labbra e porta le persone esattamente dove vogliamo condurle.
Alleggerire la scrittura in tempi in cui è diventata un mezzo di comunicazione sempre più diffuso, non significa abbreviare o utilizzare improbabili sigle – anche quelle hanno la loro funzione, intendiamoci bene – ma scegliere poche parole, efficaci, dritte al punto.
Piuttosto che quelle che sono frasi che vanno ad appesantire il discorso.