Il bisogno di raccontare: tra storytelling e comunicazione efficace

Ma quanto ci piace raccontare storie?
Se ci pensate l’uomo lo fa da tempo immemore, molto prima che venisse coniato il termine storytelling e la comunicazione efficace.

Inizialmente si tramandavano racconti orali, poi si è passato a utilizzare simboli e graffiti e, infine, è stata inventata la scrittura che non è altro che un sistema codificato di segni che ha, però una caratteristica peculiare, quella di rendere permanenti le comunicazioni.

Ancora oggi, mentre il mondo scorre velocissimo e sembra che manchi il tempo anche per i bisogni primari, questa necessità resta potente e immutata e, quotidianamente, utilizziamo un’ampissima varietà di strumenti per raccontare le nostre “storie”. Alcuni di noi lo fanno cercando di affinare e utilizzare le migliori tecniche di comunicazione efficace, altri semplicemente per il bisogno di raccontare.

Ma facciamo un passo indietro.

Vi ricordate i diari segreti? Erano veri e propri un contenitori di pensieri ed emozioni scritti a mano, di getto, per se stessi e per nessun altro.

Una cosa da ragazzine? Non troppo considerato che la scrittura autobiografica è un vero e proprio genere letterario oltre che un potente strumento di consapevolezza.
La particolarità del diario è quella di essere scritto “a mano”. Ci sono ancora molti affezionati a questa forma di scrittura che, anzi, sta tornando in voga grazie anche a tutti i benefici che sembra portare con sé.

Tuttavia, con l’evolversi della tecnologia, il “diario” è stato progressivamente abbandonato mentre si è preferito affidare i propri racconti, emozioni e stati d’animo a strumenti più moderni e fruibili nell’immediato, come personal computer e smartphone.

Cambiano i supporti ma non le esigenze: il desiderio è infatti sempre quello di tramandare, di condividere con gli altri le proprie sensazioni tramite la scrittura. In altre parole: fare storytelling.

E così ecco fiorire blog e pagine social ma anche veri e propri magazine che affrontano le più diverse tematiche.
Come distinguersi?

Padroneggiando l’arte dello storytelling e della comunicazione efficace, ossia ascoltando i propri utenti e raccontando storie che siano emozionanti e interessanti per loro, che parlino loro direttamente, che li coinvolgano.

Sui social network scrivere diventa apparentemente semplice, immediato, accessibile a moltissimi livelli. Facebook per primo ma anche Twitter, il social che per un momento ci ha fatto credere che tutto si potesse riassumere in 140 caratteri e poi Instagram dove, apparentemente, le parole sono diventate superflue.

Ma anche su Instagram una bella foto non è tutto: lo storytelling cattura gli utenti quando è realizzato con un perfetto mix di immagini mozzafiato e caption potenti, la comunicazione è efficace quando l’utente si può immedesimare e la scrittura riesce a dare senso e profondità a ciò che ha colpito inizialmente solo il nostro occhio.

La voglia di raccontarsi va oltre l’immagine, il bisogno di dire, raccontare, spiegare non è soddisfatto da un bel tramonto o una macro di un fiore.
Le caption sono articolate, spesso ispirazionali; raccontano i dietro le quinte delle fotografie, i sogni e i desideri di chi vi è ritratto, invitano ad andare oltre l’apparente perfezione dell’inquadratura. La parola non smette di essere, nemmeno nell’era dell’immagine, un potente strumento di comunicazione efficace.

Ludovica Volpi e Luisa Casanova Stua

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