Valeria e la sua missione: diventare imprenditrice per aiutare le donne a realizzarsi nel lavoro e nella vita personale

Oggi vi parlo proprio di lei, di Valeria Farina, la fondatrice de Le Spezie Gentili, una realtà che ho visto praticamente nascere e che, negli anni, si è evoluta andando in una precisa direzione: quella della realizzazione dei desideri della fondatrice e delle tante meravigliose donne (e qualche uomo) che le ruotano attorno.

Ciao Valeria, ti va di raccontarci qualcosa di te, di Le Spezie Gentili e del percorso che ti ha portato a far nascere questa realtà?

Mi chiamo Valeria, ho 48 anni e una figlia di 14. Vivo a Milano, ma sogno una casa nel bosco! Dopo 15 anni di lavoro in una multinazionale che mi ha insegnato tanto, ho deciso di avviare la mia attività. Non l’avevo in mente per quello che è diventata oggi, ma avevo dei punti fermi. Volevo che si parlasse di lavoro, che si stesse bene e ci si sentisse accolti e protetti, e che ci si divertisse. Ho fatto tanti esperimenti prima di trovare la forma che ha oggi: quella di una comunità fatta di donne unite dal desiderio di dedicarsi alla propria crescita e al proprio benessere!

Oggi Le spezie gentili è un luogo in cui ritrovarsi per percorrere un tratto di cammino insieme, e per me la cosa più bella è vedere cosa nasce spontaneamente e pensare che alcuni progetti, idee e iniziative sono nate “sotto la mia casa”!

Una bella avventura: lungo questo cammino quali sono, secondo te, le tre cose più belle e le tre cose più brutte di essere una imprenditrice?

Più belle sono sicuramente la libertà creativa, l’autonomia decisionale e la velocità di cambiamento. Più brutte penso la solitudine che a volte ci avvolge, l’insicurezza e i pochi appoggi istituzionali (per me che vivo e lavoro in Italia).

Un’imprenditrice sa anche evolversi e cambiare in risposta alle esigenze del mercato ma anche seguendo le sue aspirazioni:

tu recentemente hai fatto un rebranding, cosa ti ha spinto a farlo?

Perché, secondo te, un brand coerente con l’identità della tua attività è così importante?

Il rebranding è arrivato naturalmente, quando ho capito che la mia immagine visiva rispecchiava la me di troppo tempo prima (che poi in termini assoluti non era così tanto, ma per chi fa imprenditoria vale il conteggio degli anni dei cani!).

L’immagine visiva, per un’imprenditrice, non è un vezzo; non è una palette colori fine a se stessa; è tutto. Perché rispecchia e comunica quello che siamo, quello che facciamo e ciò in cui crediamo. Per me è, accogliere chi ci incontra e fargli vedere il mondo con i nostri occhi.

Come fai ad accogliere e a costruire una relazione con le tue clienti? Cosa è irrinunciabile per la tua comunicazione?

Le relazioni sono il mio mondo, pur essendo un animo solitario. Mi piace conoscere le mie clienti e entrare in sintonia con loro. Mi piace che ci crei la complicità che ci lega nei progetti. Mi piace che, anche chi non è più mia cliente, abbia voglia di aggiornarmi, di scrivermi, di inoltrarmi una foto che “ha fatto pensare a me”.

Nella mia comunicazione non manca un pochino di ironia, che amo molto portare nel quotidiano, e la serenità di aprirmi con l’esterno. All’inizio facevo molta fatica, mi sentivo sempre un passo indietro. Poi, piano piano, ho trovato un mondo che mi fa stare bene, nel mio modo, e dove mi piace stare.

Ti va di raccontarci un sogno che non hai ancora realizzato?

Ne ho due: il primo è aprirmi alle imprenditrici italiane che vivono e lavorano all’estero, perché trovo che lo scambio di vedute e idee sia un arricchimento importante. Ne ho già qualcuna, arrivata a seguito dei due anni di pandemia, ma ne vorrei molte di più! Il secondo è un progetto a cui sto lavorando, e che spero si realizzi a breve, che ha a che fare con l’editoria e l’imprenditorialità!

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